sabato, Luglio 27Associazione di Promozione Sociale | Bimestrale di Cultura e Società

Il Mahabharata di Carrière e Michaud

Il suo adattamento ha alle spalle il lunghissimo lavoro dello scrittore e sceneggiatore Jean Claude Carriere, con le illustrazioni di Jean Marie Michaud che, già solo per realizzare le oltre cinquecento tavole grafiche, ha richiesto più di tre anni.

Un’opera a dir poco monumentale quella che traspone a fumetti il più celebre tra gli antichi poemi indiani (assieme al Ramayana naturalmente), il cui titolo “Mahabharata” significa proprio “La Grande Storia dei Bharata” o dei discendenti di Bharata. Un poema lungo ben quindici volte la nostra Bibbia che, attraverso i suoi 95 mila versi narra una tra le epopee più imponenti, più avvincenti e più note in tutto il mondo.

Il Mahabharata, non è semplicemente un testo di tipo filosofico o religioso, poiché affronta, anche se in modo romanzato ed epico, temi ben più ampi che vanno dalla politica alla logica, al sentimento, all’etica, alle leggi dell’uomo e dell’universo, finanche al significato della morte e della rinascita, secondo la visione induista alla quale si ispira.

Prendere in tutta la sua interezza il Mahabharata è un’impresa quasi impossibile, poiché va ben oltre la narrazione dell’epopea e dei sui protagonisti, e sono stati molti i Maestri spirituali che, infatti, negli anni si sono assunti il compito di commentarlo e interpretarlo, se possibile, concentrandosi sugli insegnamenti contenuti nei suoi capitoli, in particolare di quella che è la sua parte centrale e cioè la Baghavad Gita, basata sul dialogo tra il Dio Krishna e il suo più devoto eroe Arjuna. Da Yogananda a Maharishi, per esempio, la sua rilettura ha sempre avuto una chiave prettamente spirituale e, probabilmente, abbastanza ostica per un pubblico occidentale più giovane. Forse è proprio questo che ha spinto Jean Claude Carriere a mettere la rielaborazione del suo testo nelle abili mani dell’illustratore e fumettista Jean Marie Michaud.

Pubblicato in Italia nel 2019, è con questo grandioso volume che la Casa Editrice “L’Ippocampo” ha inaugurato la sua Collana dedicata alle Graphic Novel e al Fumetto. I tagli, inevitabili, pur mantenendo una narrazione di fondo con il compito di non perdere mai di vista la storia in se stessa, sembrano ispirarsi alla meravigliosa versione filmica che Peter Brook ne diede nel lontano 1985 e che rimarrà per sempre tra i suoi più grandi capolavori.

Ma c’è di più. Per attrarre sia un pubblico giovane sia adulto, alla pregevolezza dei disegni nella loro qualità artistica, già straordinaria, si affiancano in certi momenti, pochi e senza esagerare, degli aspetti “ironici”, che lo rendono ancor più apprezzabile come fumetto. Per esempio l’immagine in cui Ganesh mangia della Nutella (come simbolo della sua golosità) o intinge la sua penna in un barattolo di inchiostro di china. O anche la bellissima immagine di Krishna che dorme accanto al suo flauto, ma con uno spartito di Bach vicino a quest’ultimo.

La trama si concentra sulla grande battaglia che vede da un lato i Pandava e dall’altro i Kaurava, due famiglie reali discendenti dal medesimo ceppo, ovvero da quel Vyasa che appare fin dall’inizio nella duplice veste di voce narrante e osservatore degli accadimenti narrati, e di questa sequela di eventi che condurrà entrambe le dinastie alla rovina.

Tra le varie divinità presenti nell’opera, un ruolo da protagonista spetta senza dubbio a Krishna, colui che rappresenta l’incarnazione del bene assoluto in questa guerra contro un male altrettanto assoluto, che il mito definirà la Guerra di Kurukshetra. Per questo motivo, a volte, egli è costretto a usare l’arma dell’inganno per sconfiggere un avversario tanto potente quanto pericoloso per il mondo stesso. Poiché non è il mezzo ma il fine ultimo, ovvero la salvezza del Bene, ciò che è in gioco in questa eterna guerra che, da sempre, mette a repentaglio l’esistenza stessa del genere umano.

Antonio Polizzi