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PRIDE: dura solo un mese questa accettazione sociale?

Il “Pride month” è il mese dell’orgoglio LGBTQ+, una ricorrenza internazionale che si celebra l’intero mese di giugno ogni anno e sottolinea l’importanza della lotta per i diritti della comunità.

Se da una parte c’è chi è orgoglioso del proprio modo di essere e chi supporta questa celebrazione, dall’altro lato c’è chi semina odio e violenza solo perché alcuni sono “diversi” dagli altri. Solo perché il “diverso” fa paura, rabbia.

Ogni giorno c’è qualcuno che si riscopre, ogni giorno c’è chi capisce di amare qualcun altro e chi capisce di non essere attratto da nessuno. Tutto ciò è il mondo LGBTQ+. Tutto ciò è normale. Ma, pur essendo nel 2024, c’è chi sembra non capirlo. Chi decide di rimanere ancorato ai suoi principi e ideali di vecchio stampo e non vuole aprire la propria mentalità per accettare il “diverso” rispetto a loro.

Parlare di questo tema non è mai facile, perché anche chi ha una mentalità aperta, nonostante cerchi di risultare il meno denigratorio possibile, potrebbe ricadere nell’errore.

Ma si può avere una mentalità per metà aperta? A dimostrare di sì sono, ad esempio, coloro che accettano e supportano la comunità ma che, se dovesse riguardarli, ovvero, se un loro figlio o parente dovesse scoprire la sua identità sessuale, risconterebbero ciò come un problema. Come una fonte di vergogna.

Il problema principale riguarda sempre le apparenze. Le apparenze per alcuni sono tutto. Che figura ci fai se tuo figlio è gay? Hai sbagliato qualcosa nel modo di crescerlo, è deviato.

Per assurdo, alcuni di noi sono in grado di pensare ciò. Di pensare che essere omosessuali, transgender, asessuali o qualsiasi altra cosa che non riguardi l’essere una persona eterosessuale cisgender sia una colpa, una vergogna, una deviazione, una malattia. Hanno paura che sia contagioso.

Il PRIDE non dura un mese solo, ma tutta la vita, così come dovrebbe essere per questa accettazione sociale. Anche perché, infondo, chi è in grado di definire il “diverso”? Cos’è diverso? Chi decide cos’è giusto accettare e cosa no? Cosa c’è da accettare o da rifiutare quando si parla di Amore? Per cosa bisogna provare odio se non c’è nulla di male? L’Amore è Amore. Purché sia sano, puro, non violento, corrisposto… cosa c’è di male?

Aurora Gottardo

Hope Edizioni

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