Tra le opere di fantascienza rappresenta certamente una delle più note a livello mondiale. Probabilmente grazie anche alla sua trasposizione cinematografica più famosa, quella del 1966 ad opera del regista Truffaut.
Ma quello di Ray Bradbury è un capolavoro che va ben al di là della narrativa di fantascienza e ben oltre la trasposizione, inevitabilmente semplificata, dei film che a lui si ispirano. Leggendo Fahrenheit 451, infatti, si va ben oltre la fantascienza degli eventi narrati. Così come per gli avveniristici scenari della città in cui vivono i suoi personaggi.
Il mondo esterno, che viene rappresentato qui, risulta persino sorprendente per la sua attualità, in una realtà cioè che, se poteva apparire distopica all'epoca della sua pubblicazione, oggi è invece molto reale per noi contemporanei.
Gli anni del rogo
Pubblicato per la prima volta in forma di racconto breve nel 1951, con il titolo originale di "The Fireman" che in Italia divenne poi "Gli anni del rogo", fu trasformato da Bradbury in un romanzo solo nel 1953. Una visione profetica, forse sulla scia di un altro grande capolavoro, quel "1984" che George Orwell aveva pubblicato appena tre anni prima.
Una letteratura cioè in grado di ritrarre drammaticamente una società che, oggigiorno, sembra subdolamente essersi avverata, non su tutto ma quantomeno negli aspetti peggiori.
La cultura viene sostituita da una comunicazione di massa che quasi sbeffeggia chi ancora anela verso la conoscenza. Dove l'intrattenimento domina su tutto. E poi la disinformazione, la censura e il sensazionalismo, che hanno sostituito la Verità con qualcosa di falso e preconfezionato. Nessuno, in quella Società, osa più ribellarsi per riavere indietro quella Verità. Ormai ridotti a spettatori passivi del mondo che li circonda, nessuno si ricorda più com'era fatta la Verità e nemmeno sa più com'era. Col tempo, forse, non si chiederà più neanche se essa è davvero mai esistita.
La dittatura dell'ignoranza
Questo è Fahrenheit 451. Ma chi non riconosce in tale descrizione almeno una parte di quella che è già la nostra vita quotidiana? La nostra vita al tempo dei Social, dell'info-intrattenimento, delle fake news, dell'analfabetismo funzionale e del cyberbullismo, per citare alcuni aspetti della società attuale.
Se a questo terreno fertile per la dittatura dell'ignoranza e della paura, aggiungiamo anche gli aspetti più metaforici che Bradbury ha saputo costruire nel suo Fahrenheit 451, allora troviamo la descrizione di un futuro che è quasi il nostro presente. Nel romanzo di Bradbury la Televisione è grande quanto le pareti della casa in cui viviamo, e domina completamente gli spettatori che sono come ipnotizzati da essa. I personaggi delle Telenovelas diventano ben presto parte della famiglia e della vita quotidiana. Le presentatrici e i presentatori dei vuoti programmi che la TV trasmette, diventano sorelle e fratelli della famiglia, seduta davanti allo schermo. Così essa detta le regole sociali, le mode, il linguaggio, quali emozioni provare e quali reprimere.
Tutti i libri sono considerati fuorilegge. Vi è una speciale unità di pompieri il cui compito, al contrario della loro storica figura di chi spegne il fuoco, qui è proprio quello di bruciare i libri. Se necessario essi possono persino incendiare le case dove i libri erano nascosti e arrestare chi li possedeva.
Non si tratta di una messa all'indice di alcuni libri piuttosto che altri, come è già accaduto in molti regimi totalitari capaci di condannare duramente chiunque li avesse letti o ne possedesse una copia. Basti ricordare l'Unione Sovietica di Stalin o a Germania di Hitler a tal proposito, ma l'elenco sarebbe ben più lungo. Qui, ogni libro, è da considerarsi propriamente pericoloso e chiunque venga a contatto con la parola scritta rischia le pene più severe o perfino la condanna a morte.
l'Eroe ribelle
Così, il protagonista Guy Montague, un pompiere incendiario, si ritrova a confrontarsi ben presto con questo regime che tiene sotto scacco le menti dei suoi sudditi. Iniziando da solo una sorta di risveglio personale che, dapprima, si manifesta in lui con il dubbio che la vita non possa essere così come gli è stata presentata e programmata dalla dittatura in cui vive. E poi portandosi a casa alcuni libri, rubati in un appartamento fuorilegge che lui aveva il compito di bruciare, allo scopo di poterli leggere di nascosto. Il suo è un reato gravissimo, che lui non avrà il coraggio di confessare nemmeno alla moglie Mildred. Un gesto che di lì a breve sconvolgerà definitivamente la sua vita, instillando in lui il pensiero libero e il pericoloso desiderio di conoscenza.
A peggiorare la situazione vi è poi l'amicizia con l'esuberante vicina diciassettenne, Clarisse McClellan, che contribuirà non poco al cambiamento interiore del protagonista. Senza contare poi anche l'incontro con il professor Faber, che lo aiuterà a capire la vera natura della libertà insegnata dai libri, e il motivo per il quale questo fa paura a coloro che governano il totalitarismo.
Il nuovo Guy, che rispetto al personaggio nella prima parte del romanzo è un uomo molto diverso, adesso è più consapevole, ed è disposto a lottare contro quella società.
Il tradimento e la fuga
Il nuovo Guy è un pericolo per il mondo in cui vive, e questo spaventa soprattutto Mildred, la moglie, così ben integrata e addomesticata in quel sistema di educazione passiva. Così irreggimentata, su quei valori di sottomissione al sistema, al punto che sarà proprio lei a denunciarlo alle autorità, costringendolo a fuggire per non essere arrestato. Guy si ritroverà così da solo, nella sua personale Nigredo alchemica, temendo per la sua stessa vita ormai distrutta, ma non potrà più tornare indietro. Quando i suoi colleghi pompieri bruceranno la sua casa - per incenerire ogni traccia dell'esistenza di Guy e del suo terribile reato di libertà di pensiero, il nostro protagonista agirà d'istinto e ucciderà il proprio comandante Beatty. Guy sarà un fuggiasco ricercato in tutta la città.
Tuttavia, proprio con quel gesto estremo, si aprirà per lui una vita completamente nuova. Riuscito a seminare i suoi inseguitori, infatti, si rifugerà nei boschi fuori città, scoprendo la presenza di molti altri come lui. Uomini e donne che sono soltanto "sovversivi", reietti da quel mondo
La fine in un nuovo inizio
Alcuni intellettuali vivono ormai lì da anni, lontano dalla città e dimenticati dal regime. Allo scopo di poter essere liberi di poter ancora leggere e, soprattutto, di poter tramandare il sapere alle generazioni future.
Lo scopo di questi Uomini liberi, infatti, come viene rivelato anche a Guy, è quello di imparare a memoria i libri a loro affidati, ultime copie salvate dai tanti roghi. Affinché un giorno, quando il regime crollerà e il mondo sarà di nuovo libero, potranno essere trascritti. Essi cioè si assumono il compito di preservare la Cultura a chi verrà dopo di loro.
La scena finale di Fahrenheit 451, quindi, è quella della città ormai lontana, nella quale ben presto scoppierà una guerra. Una immagine che porta con sé la speranza che, una società oppressiva come quella, prima o poi si auto-annienterà con le proprie stesse mani. Quei ribelli saranno perciò gli unici sopravvissuti a cui spetterà il compito di ricostruire di nuovo un mondo migliore, anche grazie ai libri.