Cosa credere? A chi bisogna credere? È una domanda che ci facciamo spesso. Sappiamo di chi possiamo fidarci e di chi no. Ma se trovassimo qualcosa capace di mettere in discussione le nostre convinzioni, anche se provenissero da coloro di cui crediamo di poterci fidare ciecamente, come agiremmo?
La fiducia è ciò che ci permette di avere interazioni sociali durature, rapporti e legami. Perché, se non ci fidassimo di nessuno, non potremmo avere amici con cui confidarci o anche semplicemente parlare, perché si avrebbe sempre il dubbio che terze persone sappiano ciò che diciamo.
Se fossimo cresciuti con una visione ben precisa di qualcuno e scoprissimo che quella persona è in realtà l’opposto di quanto creduto, riusciremmo a cambiare la nostra opinione? E se dovessimo effettivamente riuscirci e scoprissimo che, in realtà, anche quella seconda “verità” non era altro che una bugia?
Il concetto di fiducia è molto complesso. C’è ci riesce a cambiare facilmente corrente e chi invece si dimostra recidivo.
Qual’è la verità e quale la bugia? In questo libro è difficile capire a cosa credere veramente.
Verity Crawford è una famosa scrittrice, moglie di Jeremy, l’uomo che Lowen, una scrittrice non esattamente nota, incontra dopo un evento traumatico e che si rivela essere l’uomo con cui doveva avere un appuntamento di lavoro.
Lowen deve continuare la serie di Verity, perché lei è inabilitata. E lo farà. A casa loro.
Scoprendo da subito quella che sarà la sua distrazione: il manoscritto “E così sia”. L’autobiografia in cui si vede una Verity che non ci si aspetta. Il pensiero infesta la vita di Lowen, che non si sente più al sicuro, e che inizia ad innamorarsi di Jeremy. I due scopriranno di avere molte cose in comune, e quando Lowen trova una lettera “l’ultima domanda che resta è: quale verità ha manipolato?”
Aurora Gottardo