Una scrittura in grado di trasportarti, di farti sentire parte di quello che leggi.
È così che Valerio La Martire mi ha fatta sentire mentre leggevo la storia di Marco e Nino, tratta dalla storia reale di Giorgio Giammona e Antonio Galatola, le due vittime del Delitto di Giarre, la cui unica colpa era quella di amarsi l’un l’altro.
Una storia tanto bella quanto strappalacrime quella di Nino e Marco. I due ragazzi mi sono entrati subito nel cuore, ho vissuto con loro un po’ del loro amore e la rabbia e la tristezza per quello che un amore puro come il loro scatena dietro gli occhi di coloro che un amore del genere non lo sanno guardare.
Siamo nel 2023, il delitto risale al 1980 e come persone ne abbiamo fatta di strada (anche se ancora non abbastanza) rivendicando i nostri diritti, e questo soprattutto grazie a loro, alla loro morte per quell’amore “che nessuno ha voluto proteggere”.
Anche se separati continueranno a stare insieme ‘per l’eternità’.
Anche se il loro amore è stato negato continuerà a vivere in coloro che quell’amore avrebbero voluto proteggerlo a tutti i costi, me compresa.
Nonostante siano stati uccisi sono state raccontate un sacco di bugie, come se l’essere omosessuali fosse più grave e portasse più disonore dell’uccidere qualcuno.
“Che fossero due ragazzi così giovani si scoprì nel tempo.
Che fossero morti abbracciati si scoprì ancora più tardi.
Che il loro fosse amore non si disse quasi mai.”
Ad oggi giacciono in tombe lontane e con date di morte differenti.
Se credo nell’amore è anche grazie a loro che si sono battuti fino alla fine affinché i loro sentimenti non fossero fonte di vergogna, di giudizio e di condanna.
“Persino chi ha sparato sente un brivido. Il seme di un dolore che non guarirà mai, l’inizio di una punizione che non avrà fine.”
Aurora Gottardo