Sei nato ricco di Bob Proctor

Il sottotitolo di questo libro lo definisce una guida appassionante per ottenere il successo e la prosperità, ma non bisogna avvicinarsi a questo splendido manuale di crescita personale pensando che contenga, tra le sue pagine, una segreta formula magica per diventare ricchi senza, peraltro, il minimo sforzo o il minimo impegno.

Bob Proctor è un moderno filosofo, uno dei grandi maestri della comunicazione interpersonale, nonché un capace ed abilissimo motivatore, perciò è innanzitutto con l’umiltà di chi intende compiere un viaggio dentro se stessi che bisognerebbe accostarsi ai suoi insegnamenti, e ancor più ad un libro come il suo. Consapevoli cioè che ogni suo consiglio, ogni sua indicazione, persino ogni sua storiella o racconto di vita personale, andranno poi rielaborati e ritagliati sulla propria vita e sulle proprie aspettative o desideri, e anche sulle proprie capacità, ovviamente.

Tra i guru della crescita personale, già ben noto in tutto il Nord America e l’Australia, Proctor è balzato ancor di più alla ribalta internazionale grazie al documentario di Rondha Byrne “The Secret” che, insieme all’omonimo libro, ha rivelato al grande pubblico la cosiddetta Legge dell’Attrazione. Nel documentario, Bob Proctor come altri Life-Coach e scrittori, partecipa con l’inserimento di alcuni preziosi consigli e accattivanti spiegazioni sul segreto per vivere una vita piena e completa, e si distingue proprio per la sua affabulazione comunicativa.

Ed è perciò con questa sua innata capacità, insieme alla sua proverbiale e saggia ironia, che in questo libro ci guida verso una meta che, spesso, abbiamo davanti ai nostri occhi ma non riusciamo né a vedere né tantomeno a raggiungere, ma per la quale tutti siamo nati in realtà: la ricchezza.

Ciò che brilla di più però nei suoi insegnamenti, passo dopo passo e capitolo dopo capitolo, è la spiegazione di ricchezza che ci viene presentata, che ci permette dunque di concepirla non semplicemente nell’accezione comune di quantità di denaro e mezzi o risorse a nostra disposizione, quasi fosse un patrimonio passivo e immobile che dobbiamo possedere per dirci finalmente ricchi e appagati, ma, al contrario, ci viene dipinto un quadro nuovo e inaspettato, di una ricchezza attiva, in continuo movimento, che si realizza giorno per giorno, attraverso un metodo che ognuno poi potrà adattare a se stesso,  e soprattutto attraverso una predisposizione d’animo che ci fa riconoscere le nostre potenzialità e la nostra volontà di attivarle.

“Sei nato ricco” è dunque un ponte tra noi e la meta che vogliamo raggiungere; e non è un caso che non abbiamo scritto che “vorremmo” o che semplicemente “desideriamo” raggiungere. Poiché il desiderio è espressione di una motivazione forte ma non quanto il volere davvero, e la coniugazione di tale verbo non ammette condizionale ma solo presente, a testimonianza di una precisa, forte, e attuale volontà di realizzazione. Non basta desiderare qualcosa, bisogna volerla veramente. Non serve aspettare che si realizzi in virtù di un destino benevolo, bisogna fare di tutto affinché essa si realizzi, se non tutta almeno in parte.

Bob Proctor insegna questi concetti, alla portata di tutti, da più di quarant’anni, ed è testimone egli stesso sia di una vita dedicata alla consapevolezza della ricchezza personale, prima ancora che al mero accumulo di beni, e sia dell’impegno e dello sforzo che tale sentiero richiede per essere percorso. D’altro canto, come altri autori della stessa “scuola”, uno dei principi base che persino grandi filosofi del calibro di Max Weber individuarono nella società borghese, capitalista e protestante, è proprio quell’idea che vede la ricchezza come il frutto del duro lavoro, e non certo del dono improvviso del cielo che potremmo mai ricevere senza fare alcuno sforzo: elemento questo molto presente nelle società occidentali non-protestanti che, non a caso, vedono una maggiore diffusione di lotterie e gioco d’azzardo come coronamento di una ricchezza ottenuta senza lavorare e senza alcun impegno, rispetto alla parte dell’Occidente dove vige un patto produttivo tra l’uomo e Dio.

Nella cosiddetta filosofia del successo, troviamo  perciò una tradizione che risale già alla prima metà del Novecento, e che vede esponenti del calibro di Andrew Carnegie, passando poi per Napoleon Hill e arrivando fino ai giorni nostri proprio con esperti come Bob Proctor. Precetti che non si limitano a consigliare una strategia generale che poi sarà nostro compito adattare ai nostri obiettivi principali, ma che cercano di far comprendere come sia prima di tutto la nostra mente a metterci nelle condizioni di riuscire o meno nel nostro intento.

Non si tratta del semplice pensare positivo, ma dell’applicazione di una regola a tuttotondo, la ben nota “regola d’oro” (Golden Rule), ovvero il saper “Dare e Ricevere” secondo una visione che va oltre la religione stessa.

Infine, ad essa si aggiunge la comprensione della già citata “Legge dell’attrazione”, non solo nei suoi aspetti teorici, ma anche in quelli tecnici da applicare nella vita quotidiana. Un mix strategico insomma che mette insieme la ferma e assoluta volontà di raggiungere i propri obiettivi, secondo un’idea che sembra essere una vera e propria fede nei propri sogni, e al contempo una precisa immaginazione di ciò che si vuole, attirando a sé le condizioni e le occasioni da sfruttare per sviluppare i nostri progetti.

Certo, non basta immaginare la ricchezza per ottenerla, ma sicuramente ci permette di accettare la ricchezza senza i soliti limiti che ci auto imponiamo tra sensi di colpa e sensi di inadeguatezza che, spesso, caratterizzano la vita della maggior parte delle persone, confondendone i giudizi sulla ricchezza, a volte considerata malvagia e altre volte immeritata, a volte guardata con sospetto e altre volte con invidia. Questo è uno degli aspetti della famosa massima: “I pensieri sono cose”. Ciò che pensiamo e immaginiamo, finisce col metterci nelle condizioni di realizzarlo, di cogliere al volo le infinite possibilità che a volte la vita ci mette davanti mentre, di solito, siamo distratti a pensare ad altro fuorché a ciò che vogliamo davvero o, aggiungiamo noi, a perdere il nostro tempo più a criticare e giudicar male chi ha ottenuto meglio e prima di noi ciò che voleva.

Il libro ha in tutto dieci capitoli, nei quali viene affrontato un percorso che parte innanzitutto dal rapporto che avete voi col denaro, attraverso spunti di riflessione che vi portano ad una domanda fondamentale: cosa vuol dire per voi essere ricchi? Quanto è abbastanza per voi? Tutti dicono sempre di sapere cosa vogliono o magari cosa farebbero se fossero abbastanza ricchi o avessero abbastanza denaro, ma la domanda principale alla quale bisognerebbe rispondere prima di tutto è proprio questa, per capire cosa significa “ricchezza”, e cosa voglia dire per voi “abbastanza”. Ma questo è solo l’inizio del percorso.

Non basta voler essere o voler avere, bisogna anche imparare ad essere e ad avere, sentirsi già parte del nostro sogno, sentire i dettagli della sua realizzazione che, ovviamente, richiedono anche impegno e azione da parte nostra, ed anche una buona dose di fiducia nelle nostre capacità e persino nelle leggi dell’Universo. Come già detto infatti, la fiducia in sé stessi, e soprattutto la fede nelle leggi dell’Universo, secondo la visione personale di Bob Proctor, rappresentano uno degli elementi fondamentali per la riuscita della maggior parte dei nostri obiettivi.

Antonino Polizzi

 

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