Santiago de Compostela. Il cammino dello spirito

Tornano a riscuotere consenso in libreria le opere dedicate ai pellegrinaggi spirituali, tra questi il più conosciuto rimane il Cammino di Santiago di Compostela. Secondo la tradizione cristiana San Giacomo Maggiore era uno degli apostoli di Cristo, protagonista della evangelizzazione della penisola Iberica. Fu fatto giustiziare al suo ritorno in terra santa dal re Erode Agrippa ma il suo corpo venne sepolto in gran segreto da alcuni discepoli dello stesso Giacomo proprio in quella terra ispanica, la Galicia. La sua tomba rimase nascosta per secoli e solo nel 813 d.C. pare venisse scoperta da un mistico eremita, tale Pajo, il cui nome significa “uomo del mare”, che assistette al miracoloso fenomeno di centinaia di stelle cadenti che sembravano indicare tutte un punto preciso dell’orizzonte davanti ai suoi occhi. Il sepolcro di Giacomo l’apostolo fu rinvenuto proprio in quel punto, dove oggi sorge la chiesa e attorno a essa la città di Santiago de Compostela (San Giacomo del campo di stelle). Da quel giorno ha avuto inizio il pellegrinaggio verso quel sepolcro indicato dalle stelle. Tuttavia, recenti studi esoterici hanno fatto segnare anche un’altra chiave di lettura. Esisterebbe infatti un cammino simile a quello di Compostela sia in Inghilterra, che passa per Stonenge, Canterbury e altri siti dove sorgono complessi megalitici, sia in Francia, dove i cammini sarebbero addirittura due e correrebbero paralleli a quello inglese e a quello di Santiago in Spagna.

In effetti i due cammini francesi passerebbero da Chartres il primo, mentre dalle ormai famose grotte primitive di Lascaux il secondo. Tutti queste linee parallele hanno inoltre una strana peculiarità, cioè che seguono tutte delle precise longitudini coincidenti con il 42°, il 45°, il 48° ed il 51° parallelo. Antiche leggende parlano infatti di un popolo antico che, millenni prima del pellegrinaggio di Santiago, venne dal mare per percorrere quelle stesse rotte all’incontrario. Torna quindi il mito di Atlantide, il continente perduto citato la prima volta da Platone come civiltà vissuta ben 9.000 anni prima di lui, il che, secondo l’archeologo e ricercatore esoterico Graham Hancock ci porta a circa undicimila anni fa, quando cioè nel mondo il livello del mare si alzò al punto da inghiottire alcune terre emerse nel giro di pochi giorni.

Dunque i sopravvissuti sarebbero approdati sulle sponde europee dell’Atlantico percorrendo quelle linee su cui fondarono le strutture megalitiche che oggi conosciamo. A tal proposito, per una inspiegabile coincidenza che unisce civiltà tanto lontane e diverse, anche le antiche tradizioni dell’India parlano della scomparsa di un continente proprio al largo delle coste meridionali della penisola, sommerso dall’innalzamento del mare, anche in questo caso infatti la datazione corrisponderebbe allo stesso periodo degli undicimila anni fa di cui parla Hancock. Ma al di là di tutto, Compostela resta comunque un pellegrinaggio che porta dall’entroterra europeo verso la cittadina spagnola, quindi verso Ovest. La direzione tipica dei viaggi iniziatici di molte religioni antiche come quella degli Egizi o dei Fenici per esempio.

Un viaggio iniziatico che porta il pellegrino non solo verso la tomba del Santo ma anche verso una ideale rinuncia a ciò che egli è stato prima, per poi rinascere interiormente. Per questo, per raggiungere Compostela, ai pellegrini nel medioevo veniva consegnata una bisaccia ed un bastone solo dopo che questi avevano fatto testamento e si erano spogliati dei propri averi, affidandoli in custodia alla Chiesa.

Da più di mille anni ormai i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo hanno percorso quella strada che, dopo molti chilometri tra le terre della Spagna settentrionale, li conduce finalmente alla tomba di San Giacomo di Compostela. Un sentiero che in realtà li porta dritto verso il proprio cuore, come scoprono tutti coloro che lo hanno intrapreso, la cui meta finale sembra essere alla fine proprio il viaggio stesso, ed ogni singolo passo che viene mosso è già una meta a se stante. Sono moltissimi i testi, ma anche i siti web, dedicati a questo pellegrinaggio che resta uno dei più antichi del mondo cristiano e che ha già portato milioni di persone a intraprendere questo sentiero, animati il più delle volte da una ricerca che va aldilà della loro stessa comprensione.

Tra coloro che ne hanno conservato qualcosa di più di un semplice ricordo spirituale, anzi potremmo dire di una vera e propria rinascita, una svolta esistenziale, si annoverano personaggi noti e meno noti, di qualsiasi età, razza ed estrazione sociale. Forse quello che in questi anni ha contribuito di più a far arrivare al mondo intero l’aura di spiritualità che aleggia attorno a questo pellegrinaggio è stato Paulo Coelho. Già autore de “L’Alchimista”, che non a caso vede il suo protagonista impegnato in una ricerca pregna dei caratteri di un pellegrinaggio, Coelho ci ha regalato poi con il suo “Il cammino di Santiago” la consacrazione a qualcosa che ogni anima dovrebbe intraprendere, ma soprattutto il coinvolgimento interiore che porta ad esso. Non a caso sia Coelho che altri, tra i quali spicca anche l’attrice americana Shirley MacLaine, già in passato protagonista di profonde esperienze spirituali, ci ricordano che il Cammino di Santiago de Compostela va intrapreso solo quando si capisce che è arrivato il momento giusto per affrontarlo. Accade quando deve accadere. Da un punto di vista più tecnico poi, se vogliamo usare una parola che ci indica quali consigli ascoltare prima di affrontare il Cammino, possiamo tener presente che oggi non è rimasto nulla degli aspetti selvatici e pericolosi che bisognava superare un tempo. Sono tanti infatti i volontari che si prendono cura dei pellegrini in caso di necessità lungo il percorso e presso ognuna delle tappe che segnano i giorni di cammino del pellegrinaggio.

Anche per questo oggi il numero dei pellegrini aumenta di anno in anno. A questo proposito va anche detto che non esiste più una sola via terrena da seguire per giungere a Santiago come pellegrini, bensì una decina di vie, che essendo di durata e lunghezza diversa consentono a chiunque di avere anche solo per pochi giorni il proprio personale cammino, senza per questo svilirne l’aspetto spirituale.

Ci sono percorsi che partono da molto vicino alla cittadina di Santiago, altri da più lontano come quello che parte dal Portogallo, un altro da Madrid e uno da Barcellona per esempio. Certo il percorso più antico rimane quello che parte dal versante Francese dei Pirenei, da St. Jean Pied de Port, Roncisvalle.

Qualunque sia il luogo di partenza però, il fatto stesso che si consideri giunto il momento di intraprendere quel Cammino è già l’ingresso in una atmosfera dove i sensi, le emozioni, i sentimenti e soprattutto l’anima trovano ciò che prima temevano di non riuscire a trovare.

Diceva Goethe che un pellegrinaggio, qualunque sia la sua meta e la sua durata, inizia nel momento stesso in cui si capisce di essere pronti a farlo.

Antonino Polizzi

(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 12 di dicembre 2014)

One Reply to “Santiago de Compostela. Il cammino dello spirito”

  1. Mary-Mary ha detto:

    Ho fatto il cammino di Santiago l’anno scorso e devo dire che è vero ciò che dice questo articolo, a proposito delle emozioni spirituali che si provano fin dal primo giorno. Lungo il “Camino” ho trovato ciò che cercavo e anche altre cose che non sapevo nemmeno fossero dentro di me. Bell’articolo! Grazie!

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