Robin Sharma – “Il monaco che vendette la sua Ferrari

Cosa succede quando uno dei maggiori esperti mondiali di leadership aziendale decide di realizzare un saggio motivazionale sotto forma di romanzo? Nasce un best seller che ha tutto il sapore di un “Romanzo di Formazione”, proprio come accadeva nell’omonimo genere letterario di fine Ottocento, dove il protagonista maturava pian piano verso l’età adulta. Come sappiamo infatti, la maturità non la si ottiene da un passaggio anagrafico, e nemmeno da un rituale come nelle antiche culture tribali. La maturità è soprattutto la crescita personale, che deriva da un lungo lavoro interiore, spesso travagliato.

Proprio quello che vive il protagonista di questa storia: Julian Mantle, un avvocato di successo che, a seguito di un attacco cardiaco che lo conduce ad un passo dalla morte, decide finalmente di cambiare vita. Il suo primo gesto è proprio quello di vendere la sua preziosa Ferrari, divenuta adesso un valore meno prezioso nella vita, e partire così verso l’Himalaya, meta spirituale di molti viaggiatori in cerca di se stessi. Da questo viaggio il nostro protagonista non potrà che tornare profondamente diverso, cambiato nell’aspetto e nel modo di guardare alla sua stessa esistenza e alla vita in generale. Inizia così anche un percorso di “Formazione”, come detto prima, nel quale il rinato Julian racconta la sua saggezza. In particolare ad un giovane avvocato che era stato in precedenza suo assistente. Il giovane si ritrova così ad avere nuovamente Julian come mentore, ma stavolta non per banali consigli professionali, bensì per seguire una vita più felice e libera dai vecchi condizionamenti.

Lungo questo percorso che Robin Sharma, attraverso il protagonista, definisce “le sette virtù senza tempo della vita illuminata”, si affacciano dei suggerimenti pratici: controllare la mente e la qualità dei nostri pensieri quotidiani, perseguire i propri obiettivi, restare sempre affamati di conoscenza comprendendo che non si smette mai di imparare, sviluppare l’autodisciplina un po’ per volta, rispettare il tempo che abbiamo a disposizione come unico bene che nessuno potrà mai restituirci, aiutare gli altri in maniera disinteressata, vivere il presente come terreno su cui germoglierà presto anche il futuro.

La critica lo ha definito un’affascinante parabola che mette insieme la saggezza orientale e la crescita motivazionale occidentale. Per uscire da quel senso di oppressione che uomini e donne dell’era moderna vivono tra impegni, fretta, alienazione, e quant’altro possa inquinare la mente e la propria libertà, siamo certi che un libro come questo manterrà a lungo la sua posizione tra gli indispensabili della cultura mondiale.

Antonino Polizzi

(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 4 di aprile 2014)

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