Fino ad oggi, quando si parlava di vegetarianismo sembrava quasi che ci si dovesse per forza giustificare, spiegandone cioè i motivi morali, etici e naturalmente salutistici che avevano spinto a compiere questa scelta. Perché nella vita quotidiana, come testimoniato da molti vegetariani, non sono certo pochi gli episodi di diffidenza verso questa dieta che ai più sembra troppo radicale. “A volte sono stata messa in guardia da amici e parenti che si dicevano preoccupati per me, per il fatto che non mangiavo carne e pesce” – dice Barbara, 38 anni di cui quasi venti ormai vissuti da vegetariana – “Temevano che prima o poi avrei sofferto di anemia o chissà cos’altro, insomma che la mia salute ne avrebbe risentito in qualche maniera”. Le sue parole sono anche quelle di molti altri che ci hanno raccontato un’esperienza simile, sia con i propri familiari che con gli amici. Nell’opinione comune infatti, forse a causa di un bombardamento mediatico favorevole al consumo di carne, molti guardano ai vegetariani e ancor più ai vegani non come a chi ha effettuato una scelta consapevole ma come a qualcosa di pericoloso per la salute, andando cioè incontro ad una carenza nutrizionale.
Un Rapporto dell’Eurispes l’anno scorso rilevava che i vegetariani in Italia rappresentavano il 7% della popolazione, ma questo dato, a riprova del fatto che il fenomeno è in costante crescita, risulta essere già superato nei primi mesi del 2014. Se guardiamo infatti ad un sondaggio compiuto da SWG, possiamo notare come in così breve tempo si sia passati da quella cifra, comunque rilevante, ad un sorprendente 9%, in pratica in Italia una persona su dieci è vegetariana. Come più volte ribadito dagli intervistati in questo ultimo sondaggio, quella del vegetarianismo non è solo una scelta alimentare ma uno stile di vita, dove l’etica e la salute si fondono insieme. Questi numeri infatti si affiancano ai numerosi studi scientifici che sostengono la scelta vegetariana come esempio di salute.
E’ facile perciò rassicurare coloro che erroneamente ancora credono al falso mito della carenza nutrizionale dei vegetariani, attraverso gli inoppugnabili dati forniti dalla Scienza, e guardando nel contempo ad una oggettiva salute di chi ha fatto la scelta vegetariana o vegana. L’esempio più semplice è forse rappresentato dagli sportivi che hanno abbracciato il vegetarianismo, che sono indiscutibilmente in perfetta salute e capaci anche di dare il massimo nella loro disciplina, tanto da vincere diverse competizioni internazionali. Basti pensare all’atleta Carl Lewis, vincitore di otto ori olimpici, oppure alla tennista Martina Navratilova che è stata la numero uno al mondo dal 1978 al 1987, e poi ancora il velocista Edwin Moses, il tennista Boris Becker, il body builder Mister Universo Bill Pearl, il campione di Karate Ridgely Abele, la campionessa di Triathlon Ruth Heidrich, e tantissimi altri che hanno contribuito a sfatare il mito secondo il quale per avere una buona prestazione sportiva sia necessario nutrirsi di carne. Anche nello Sport italiano si annoverano dei grandi nomi, vogliamo ricordare la campionessa di Sci Manuela Di Centa e il grande Enzo Maiorca, detentore più volte del record di immersione in apnea.
Una delle affermazioni che compare spesso nei dibattiti tra i pro e i contro il vegetarianismo, è quella che cerca sostegno addirittura nel carattere antropologico dell’alimentazione umana, e cioè il fatto di essere creature onnivore dovrebbe giustificare di per sé il consumo di carne. Ma ancora una volta si direbbe che l’uomo ha sempre avuto paura di ciò che non conosce e fa fatica ad accettare ciò che non è praticato dalla maggioranza.
Negli ultimi anni finalmente qualcosa è cambiato, grazie anche ad un aumento esponenziale dei vegetariani nel mondo occidentale, ovvero in quella parte del mondo più ricco e quindi che sceglie volontariamente di non mangiare carne. E poi una più corretta informazione, affiancata da tutta una serie di dati scientifici che darebbero ragione ai vegetariani, provando la maggiore salute di cui essi godono. Ad esempio, uno studio durato ben 11 anni, condotto dall’Università di Oxford, e che ha coinvolto 44 mila persone delle quali 15 mila circa erano vegetariane, ha dimostrato che proprio queste ultime hanno il 32% in meno di probabilità di avere malattie cardiache. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009 ha condotto uno studio su 520.000 persone provenienti da dieci Paesi europei, rilevando come i vegetariani vedrebbero ridursi del 12% il rischio di ammalarsi di tumore, e nel caso delle leucemie e del cancro allo stomaco e alla vescica la riduzione arriverebbe addirittura al 45%. Va detto anche che il numero di soggetti esaminati dà un notevole peso ai dati ottenuti.
E’ importante ricordare a questo punto che, segno dell’effettiva diffusione del fenomeno vegetariano, se da una parte vi è un oggettivo aumento di vegetariani e vegani nel mondo, è anche vero che dall’altra parte c’è una maggiore disponibilità di prodotti, oltre che di punti di ritrovo e ristoranti di sola cucina vegetariana. Molti anche i servizi dedicati alla salute, quali la Pharmavegana, ovvero un circuito di farmacie specializzate in prodotti farmaceutici che rispettano le esigenze dei clienti vegani (vendendo farmaci che non usano il lattosio come eccipiente, o magari che espongono il bollino “Cruelty Free – Non testato sugli animali”). Già trenta farmacie hanno aderito al progetto, quasi tutte nell’Italia settentrionale, e altre sembra si uniranno presto stando ai dati di chi, tra i farmacisti, ha deciso di avvicinarsi a questa iniziativa partecipando agli incontri formativi su questa tipologia di prodotti da vendere.
Nell’immagine sopra: la rappresentazione della piramide alimentare vegana
Quella vegetariana, come quella vegana (che non ammette nè uova nè latticini nella propria dieta), non sono scelte che caratterizzano solo la modernità, ma risalgono agli albori della civiltà stessa, annoverando nel lungo elenco di coloro che hanno abbracciato questa dieta anche personaggi storici che, forse, non tutti sanno essere stati dei vegetariani convinti. Un elenco di scienziati, filosofi, politici, artisti, antichi e moderni, che hanno compiuto una scelta etica nella quale hanno creduto per tutta la vita, vale la pena citarne solo alcuni: da Socrate a Platone e Aristotele, da Marco Aurelio a Virgilio, da Giordano Bruno a Leonardo Da Vinci e Wolfgang Goethe, da Benjamin Franklin a Thomas Edison e Charles Darwin, da Niccolò Paganini a Richard Wagner e Vincent Van Gogh, da Alberto Moravia a Tagore ed Edoardo De Filippo, e moltissimi altri ancora.
Nel nostro tempo presente, dove l’etica eco-sostenibile si accompagna alle istanze di una nuova era più spirituale, ci piacerebbe condensare tutto in un’unica affermazione fatta da Albert Einstein, vegetariano pure lui, che recita: “Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla Terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”.
Antonino Polizzi
(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 4 di aprile 2014)