Che cosa sta cambiando e perché …
Un’organizzazione indipendente denominata CLIMATE CENTRAL, nata in U.S.A. poco più di una decina di anni fa, conduce ricerche sul cambiamento climatico e analizza la letteratura scientifica esistente sull’argomento mantenendo aggiornato il pubblico sulle scoperte più significative. Questo ente con sede a Princeton, riunisce numerosi ricercatori, tecnici, imprenditori e giornalisti costituendo di fatto un autorevole riferimento in materia di cambiamenti climatici. Il sito climatecentral.org contiene numerosi articoli, video, mappe e grafici in lingua inglese ma è disponibile anche un’ottima sintesi cartacea sul cambiamento climatico in lingua italiana, pubblicata dalla casa editrice Zanichelli con il titolo “Le stranezze del clima” (traduzione di L. Doplicher).
Gli autori sono riusciti a condensare in un piccolo volume lo stato attuale della ricerca scientifica su questa materia, usando sempre una terminologia chiara ed una rigorosa distinzione tra le poche certezze e le diverse ipotesi in attesa di verifica. Vediamone il contenuto.
Si sta verificando un reale cambiamento del clima terrestre ?
I valori della temperatura e del livello degli oceani mostrano senza alcun dubbio che il pianeta in cui viviamo procede verso il surriscaldamento. Questo dato può essere percepito facilmente da chiunque nel corso della propria esistenza mettendo a paragone le stagioni di oggi con le decadi precedenti. La tendenza è più chiara se il confronto viene esteso almeno agli ultimi duecento anni. Dall’inizio della rivoluzione industriale e del consumo dei combustibili fossili (carbone e petrolio) ad oggi si è avuto un aumento medio di quasi un grado centigrado nelle temperature del pianeta e l’innalzamento dei mari di circa venti centimetri.
I ricercatori utilizzano il valore “medio” per semplificare gli innumerevoli risultati ottenuti dalle misurazioni effettuate tramite satelliti e stazioni meteorologiche sparse nel mondo, individuando proprio quello situato a metà strada tra i due estremi di massima e minima.
Il valore medio offre il fianco a possibili errori di interpretazione e anche a manipolazioni dato che nel corso dell’anno e alle varie latitudini continuano ad alternarsi momenti di freddo intenso e di calore estremo tali da distrarci dal generale aumento di temperatura in atto. Dal punto di vista grafico la curva è ascendente ma non levigata, anzi appare decisamente tormentata.
Il grafico mostra la concordanza tra varie curve a confronto. Fonte : climate.nasa.gov
Le cause dell’aumento della temperatura media mondiale sono umane o naturali ?
Al momento per i ricercatori di Climate Central esistono diversi elementi concreti a sostegno di una “teoria” : il cambiamento climatico sembra correlato alle attività umane. Questa ipotesi raccoglie oggi il consenso della maggioranza degli esperti. Nella storia del pianeta si sono verificate notevoli variazioni della temperatura terrestre e del livello dei mari per cause naturali. I cicli dell’attività solare, le eruzioni vulcaniche, le oscillazioni dell’orbita terrestre e le correnti oceaniche sono solo alcuni dei fattori naturali che nel corso del tempo hanno causato innalzamenti o cadute delle temperature medie, causando in diversi momenti l’estinzione di gran parte degli esseri viventi. Data la grande variabilità climatica risulta difficile definire una sua normalità. Negli ultimi 2 milioni di anni si è verificata un’alternanza di periodi glaciali freddissimi seguiti da periodi interglaciali, come quello attuale, caratterizzati da temperature miti e relativa stabilità climatica. Per migliaia di anni la presenza umana ha prodotto a carico dell’ambiente delle influenze su scala locale ma il progressivo incremento demografico e negli ultimi due secoli lo sviluppo di tecnologie produttive inquinanti sembrano aver inciso su scala globale. Gli studiosi ritengono che la diffusa combustione del carbone fossile e del petrolio, sommate ad una crescente deforestazione, abbia prodotto un eccesso di produzione dell’anidride carbonica (CO2) passando dalle 300 parti per milione all’inizio del 1900 alle 390 parti per milione di oggi. L’aumento della CO2 e degli altri gas serra nell’atmosfera terrestre costituiscono una sorta di serra che intrappola le radiazioni solari che giungono sulla terra, mentre una quota minore viene riflessa nello spazio rispetto al passato.
La correlazione tra l’aumento della temperatura terrestre e quello della CO2 non è semplice perché esistono meccanismi naturali che potrebbero reagire modificandone gli effetti.

Fonte: Encyclopedia of Earth
L’incremento termico sulla Terra si realizza con un ritardo di decenni: se oggi si riuscisse a porre termine ad ogni immissione di CO2 prodotta dall’uomo, la temperatura terrestre continuerebbe ancora ad aumentare per decine di anni raddoppiandone i valori attuali. L’eccesso di CO2 prodotto negli ultimi duecento anni potrebbe richiedere dei secoli o millenni per essere riassorbito. Purtroppo, ad oggi non si riesce neppure a ridurre la produzione dei gas serra ed anzi si prevede un aumento della sua produzione a causa delle crescenti necessità energetiche. Questo elemento non è isolato e si aggiunge alle altre fonti importanti di produzione della CO2 come la crescente deforestazione, l’aumento delle discariche e l’industria cementifera. Veniamo agli indizi che legano l’innalzamento della temperatura del pianeta alla maggiore produzione di anidride carbonica e gli altri gas serra. La stima dei ricercatori per la quota di produzione umana di CO2 è di circa 30 miliardi di tonnellate l’anno e rappresenta solo il 4% del totale, eppure sembra sufficiente ad alterare l’equilibrio naturale rimasto invariato negli ultimi 400.000 anni.
Ponendo a confronto le rilevazioni della CO2 e le temperature medie è facile notare la coincidenza nel grafico riassuntivo di Climate Central. L’aumento della temperatura dal 1880 ad ad oggi (linea rossa) ricalca la crescita dei valori della CO2 avvenuta nello stesso periodo (linea gialla). Gli studiosi non rilevano maggiori contributi nella formazione dell’anidride carbonica da parte delle fonti naturali, come l’attività solare o le mega eruzioni vulcaniche. Inoltre, se consideriamo che gli atomi di carbonio presenti nei tessuti viventi comprendono una quota piccolissima di isotopi (13C e 14C radioattivi) che dopo la morte si riducono in migliaia di anni, risulta possibile distinguere l’origine della CO2 presente in atmosfera: la parte prodotta dalla combustione delle foreste contiene isotopi radioattivi, a differenza del carbone fossile e del petrolio che non contengono isotopi e nella CO2 che si genera con la loro combustione non potrà essere rilevata alcuna traccia radioattiva. I risultati delle rilevazioni nell’atmosfera indicano oggi una riduzione degli isotopi radioattivi del carbonio e un quarto dell’anidride carbonica presente risulta avere origine dalla combustione del carbone fossile e del petrolio. Indizi e non prove definitive ma a quanto pare piuttosto significativi.
L’aumento della temperatura globale causa lo scioglimento dei ghiacci e quelli presenti sulla terraferma liberano una crescente quantità di acqua allo stato liquido che si riversa nei mari aumentandone il livello.
Cosa dobbiamo aspettarci ?
Il fattore più imprevedibile rimane l’Uomo ed il suo comportamento. Gli studiosi fanno delle ipotesi sugli scenari che potrebbero verificarsi nei prossimi decenni tra i quali l’incremento dei rischi per la salute, le migrazioni di massa, l’instabilità politica e i conflitti ma al momento non esiste un consenso unanime. Rimane la speranza che nuove tecnologie possano trovare risposte efficaci invertendo le tendenze climatiche in atto. Dalle teorie fantascientifiche della geoingegneria alle tecnologie realizzabili ma poco convenienti come il CSS o “carbone pulito” (cattura e stoccaggio della CO2), l’umanità resta nella timorosa attesa della svolta rappresentata dalla individuazione di alternative ai combustibili fossili molto più efficienti e convenienti di quelle attuali. Nel frattempo, la Terra gradirebbe una maggiore partecipazione e attenzione all’ambiente da parte di tutti.
Paolo Salvatore Polizzi
Molto più efficienti in effetti ci sono: con 6.000€ si compra un fotovoltaico da 3 kW e con 12.000€ una auto elettrica usata con rendimento del motore intorno al 90%. Esistono anche moto elettriche, autobus, traghetti e a breve camion, sono allo studio aerei che tra non molto la densità energetica delle batterie permetterà di volare, la soluzione c’è, l’informazione e la volontà di alcune aziende meno