Il potere del pensiero positivo e della legge di attrazione

Parafrasando le parole del console romano Appio Claudio Cieco, autore della famosa affermazione secondo la quale “L’uomo è artefice della sua fortuna”, potremmo dire che l’uomo è artefice della sua intera vita e dunque del suo successo, della realizzazione di sè, della sua felicità, della sua quotidianità. In un solo giorno possono accadere cose straordinarie che ci indirizzano verso questa o quella direzione e i cui effetti possono durare per anni, dipende da noi fare in modo che quella direzione sia giusta o sbagliata, positiva o negativa.

In questo periodo di grande mutamento culturale e sociale, nonché di crescita spirituale, è arrivato il momento di capire una volta per tutte che le cose non accadono per caso o perché qualcuno le ha decise per noi, siamo noi stessi che le facciamo accadere nel bene o nel male. Certo, è più comodo essere fatalisti e credere ad un destino, avverso o propenso solo per suo capriccio, al quale poter attribuire la vittoria o la sconfitta dei nostri progetti. Ma sembreremmo solo dei bambini che, dopo aver perduto una lotta, diano la colpa a qualcun altro. Un adulto invece ha il dovere di ammettere le proprie responsabilità, e credo che ognuno di noi sappia cosa significhi essere adulti.

Esiste una correlazione tra ciò che pensiamo e ciò che effettivamente sta accadendo nella nostra vita. Nulla di ciò che ci accade appare dal nulla  ma siamo noi ad attrarlo, ad attrarre tutto senza eccezioni: è questa la famosa legge dell’attrazione.

Decine di moderni coach motivazionali, psicologi della comunicazione, esperti di PNL e autori vari che declamano nei loro libri le formule segrete o presunte tali sulla felicità e il successo, non fanno altro che ripetere precetti vecchi quanto l’essere umano, tratti dalle antiche religioni orientali come il Cristianesimo delle origini e i Veda induisti, e da quel concetto che sta alla base di molte scuole filosofiche tra le quali il New Thought: il nostro pensiero determina la realtà che ci circonda e noi ne siamo responsabili.

Nei fortunati libri della scrittrice australiana Ronda Byrne per esempio (la trilogia di cui è autrice, oltre a “The Secret” comprende anche “The Power” e “The Magic”) viene espresso un insieme di precetti, seppur in maniera romantica e con un linguaggio alla portata di chiunque, da seguire ogni giorno per ottenere una vita migliore, ricca di esperienze positive, di amore, di denaro, di salute e quant’altro desideriamo. Ma questo insieme di regole per l’appunto mette al centro di ogni cosa proprio noi, che così siamo chiamati ad essere contemporaneamente protagonisti e registi, in parole povere tutto dipende dalla nostra volontà di essere, di fare, di cambiare, il resto è abbastanza facile.

Gli stessi principi di atteggiamento positivo, di consapevolezza di se stessi e di gratitudine verso la vita espressi nei libri della Byrne, li ritroviamo poi in molti altri autori, seppur affrontati con linguaggi più o meno tecnici perché influenzati dalle scuole di pensiero nelle quali sono cresciuti. Per cui possiamo trovare un approccio quasi mistico a questo argomento nei libri di Esther e Jerry Hicks, dove i due coniugi dialogano con un gruppo di evoluti maestri incorporei per ottenere le risposte su come mettere in pratica la legge dell’attrazione. Louise L. Hay ci propone un approccio basato sulle affermazioni positive che agiscono sulle percezioni neuronali. Secondo altri invece basta agire nella vita quotidiana in maniera semplice attraverso degli esercizi mentali e fisici che chiunque è in grado di fare, come suggerito nell’ormai famoso libro di Bob Proctor “Sei nato ricco”. Persino un notissimo life coach internazionale come Tony Robbins si avvicina all’argomento nei suoi seminari, utilizzando però un metodo più scientifico quale la Programmazione Neuro Linguistica, che ci permette di agire come persone migliori.

Qualunque metodo utilizzeremo una cosa è chiara: la Legge dell’Attrazione risponde ai pensieri che abbiamo fatto nel corso della giornata e che stiamo facendo persino adesso, mentre stiamo leggendo questo articolo. Non esiste dunque un metodo uguale per tutti, come non esiste nessun uomo uguale all’altro.

Perciò possiamo sintetizzare la legge d’attrazione in pochi semplici passi che sembrano essere comuni ad ognuno degli esperti citati prima. Esercizi da compiere quotidianamente, ma nella consapevolezza che ognuno di noi saprà dargli la propria impronta personale.

1) La prima cosa che determina l’attrazione è il certamente il nostro atteggiamento quotidiano. Potrà sembrare banale ma non lo è per niente, anzi, un atteggiamento positivo con i ritmi del mondo attuale diventa persino difficile se non lo esercitiamo con un allenamento costante. Fin dal mattino appena svegli, potremmo pensare che la giornata che stiamo per affrontare sarà un’altra occasione per imparare delle nuove lezioni importanti, vivere delle esperienze meravigliose, incontrare delle persone interessanti che ci faranno stare bene e così via. Attenzione però a non commettere il solito errore: pensare positivo significa volersi bene, perdonarsi per gli errori del passato che cercheremo di non commettere più, essere soddisfatti del presente senza paura del futuro poiché non serve bagnarsi prima che inizi a piovere, e se poi piove portiamoci l’ombrello.

2) La gratitudine, il secondo dei precetti da attuare, è il modo migliore per attrarre le energie più potenti dell’universo: dobbiamo essere grati per ciò che già abbiamo, dalla salute all’amore di chi ci vuol bene, da un tetto sopra la testa ad un lavoro, ecc. Abbiamo moltissime cose di cui essere grati alla vita, pensateci bene e siate sinceri con voi stessi. Potremmo persino fare un vero e proprio esercizio della gratitudine, scrivendo su un foglietto almeno tre cose delle quali essere grati e riguardarle più volte nel corso della giornata, giusto per fissare l’emozione positiva che proviamo nel rileggerle.

3) Il terzo consiglio che ci viene dato ha a che fare con la condivisione. L’uomo è un essere sociale, ma solo se si circonda di persone che gli donano emozioni sincere e possono permettergli di crescere, di evolversi intellettualmente e spiritualmente, allora potrà migliorare in ogni aspetto della sua vita relazionale, professionale e affettiva.

4) La socialità degli esseri umani non può prescindere dalla solidarietà tra gli uomini stessi. Chiediamoci ogni giorno che cosa abbiamo fatto per gli altri, piccole o grandi azioni quotidiane che possono dare tanto a chiunque incroci il nostro cammino, siano essi degli amici o degli sconosciuti ai quali abbiamo saputo dare un consiglio, un aiuto, un sostegno, un conforto, un sorriso, ecc.

5) Una barca senza timone può essere in grado di uscire dal porto e giungere in mare, ma sarà sempre in balia delle correnti senza una direzione precisa. Se noi siamo la barca e il mare è la vita, avete già capito che quel timone è rappresentato dai nostri obiettivi. Sono gli obiettivi che ci dicono quale rotta vogliamo intraprendere, quale direzione dare al nostro viaggio. Ora, per avere degli obiettivi da raggiungere non dobbiamo fare altro che chiederci cosa vogliamo dalla vita. Quali desideri vogliamo soddisfare? Quali sogni vogliamo realizzare? Diffidate di quella credenza comune che dice che esistono sogni impossibili da realizzare. Nei limiti della ragionevolezza tutto è possibile e, se proprio non riesce esattamente come lo volevamo noi, almeno possiamo esserci andati vicino, che è sempre meglio che non averci mai provato consumandoci nella paura di non farcela.

Antonino Polizzi

(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 11 di novembre 2013)

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