Dopo anni di nevrotica attenzione all’ordine e di fallimentari esperienze di riordino, Marie Kondo ha elaborato un suo personale metodo, caratterizzato da due operazioni fondamentali: buttare via quello che non serve e trovare un posto per le cose che rimangono. Ma “l’azione del buttare ha la precedenza”. Non si tratta di scegliere cosa buttare ma cosa conservare. Ed è importante il tempo che si impiega per riordinare totalmente la propria casa. Non deve andare oltre i 6 mesi, per evitare che subentri la frustrazione e il senso del fallimento o l’effetto boomerang che caratterizza il riordinare periodicamente singoli ambienti.
Per Marie Kondo soltanto così è possibile sperimentare “il magico potere del riordino”, che si manifesta rendendo possibile il cambiamento al quale si ambisce, una migliore qualità della vita e una migliore condizione psicofisica.
Il libro è molto di più che un semplice manuale di economia domestica. Per quanto il metodo sia illustrato in modo chiaro, riportando esempi e racconti di esperienze personali, l’autrice ci conduce nel magico mondo dell’antica cultura giapponese. Il suo riordino è un processo di introspezione, di elaborazione dei ricordi e di scoperta del sacro in tutto ciò che ci circonda. La gestione degli spazi e degli oggetti è vissuta con le stesse attenzioni e con il senso del sacro della cerimonia del tè. La casa è come un tempio in cui avere il proprio personale altare. Ogni singolo abito merita di essere trattato con rispetto e di essere lasciato andar via se non lo si utilizza, per non impedirgli di svolgere la sua funzione.
“Questa è la mia routine quotidiana quando rientro a casa dopo il lavoro. – racconta – Apro la porta e per prima cosa saluto la casa con un: “ Sono tornata!” Poi mi rivolgo alle scarpe indossate il giorno prima e lasciate all’ingresso:” Grazie per il vostro duro lavoro di ieri”, e le ripongo nella loro scatola. Mi tolgo le scarpe che indosso in quel momento e le allineo ordinatamente sul pavimento dell’ingresso. Vado in cucina e metto il bollitore sul fuoco. (…) accarezzo la piante vicino alla finestra, che mi arriva alla vita, e le dico: “Sono a casa”.”
L’autrice motiva ogni singolo consiglio di economia domestica con racconti di vita personale e rimandi all’antica arte del Feng Shui e alla conseguenze psicologiche del riordino.
“Sostenere che riordinando si dimagrisce e che buttare via le cose migliora la pelle potrebbe sembrare pubblicità ingannevole, ma non è del tutto falso. (…) pensandoci attentamente mi sono resa conto che non c’è niente di strano (…) quando mettiamo in ordine, l’aria della stanza diventa più fresca e pulita. Diminuire la quantità di roba che affolla i nostri spazi riduce la polvere e riusciamo finalmente a pulire in maniera più accurata. (…) L’aria più fresca della stanza fa sicuramente bene alla pelle. Pulire richiede energia e movimento, che contribuiscono a farci perdere peso, restando in forma. E quando i nostri spazi sono puliti, non dobbiamo più preoccuparci di riordinare e ciò ci rende liberi di concentrarci sul prossimo argomento che ci sta a cuore.” … “La vita vera comincia dopo aver riordinato”.
Maria Luisa Polizzi
(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 6 di giugno 2017)