Sulla reincarnazione ormai si è scritto e detto moltissimo, anzi, per meglio dire, si è riscoperto moltissimo. Infatti noi moderni non abbiamo fatto altro che recuperare le conoscenze che, già nell’antichità, erano ben note sia nella filosofia Orientale, che abbraccia da sempre questi concetti, sia in quella Occidentale, la quale pur apparendo più rigida e razionale ha invece compreso fin dai suoi albori il principio della reincarnazione.
Oggigiorno poi è diventato sempre più naturale affrontare questo argomento, studiandolo in maniera più approfondita, e riuscendo a divulgarlo sia nella letteratura scientifica, che nel mondo dell’intrattenimento televisivo e cinematografico. Cos’altro aggiungere perciò a quello che decine di autori contemporanei hanno scritto in questi ultimi decenni, tra i quali spiccano rinomati psichiatri esperti di ipnosi regressiva, che hanno fatto conoscere meglio al pubblico le inconfutabili prove di cui disponiamo oggi, su cosa accade dopo la morte e quindi sulla nostra rinascita. La reincarnazione dunque è sicuramente parte della vita di ogni essere umano e, ancor più, della vita di ogni essere vivente, e oggi ne siamo ancora più consapevoli.
Va detto che la reincarnazione delle anime non è un dogma da seguire né un precetto intellettivo da studiare per speculazioni accademiche, ma è un fenomeno legato all’esistenza, anzi è l’esistenza stessa. Perciò, che la si comprenda o meno, essa è comunque parte della vita di ognuno e continuerà a compiersi seguendo le complesse leggi della rinascita. Come provano ormai le centinaia di migliaia di esperienze individuali e le testimonianze dirette, di tutti coloro i quali hanno potuto guardare dalla finestra del tempo per osservare e ricordare le proprie vite passate, cercando di comprendere la direzione della propria eternità.
Anche i numerosi studi compiuti con l’aiuto dell’ipnosi, pensiamo alle fortunate pubblicazioni di psichiatri come Ian Stevenson, Joel Whitton, Thorwald Dethlefsen e Brian Weiss, solo per citarne alcuni, hanno permesso di comprendere meglio gli aspetti generali della reincarnazione (E del passaggio tra una vita e l’altra, in quello spazio multidimensionale che la nostra cultura ha ribattezzato da tempo “l’aldilà”) mostrando come certi meccanismi sembrino addirittura ripetersi vita dopo vita, in una sequenza che permette a tutte le anime di evolversi verso un fine comune: essere Dio.
Tra i caratteri presi in esame negli studi compiuti con l’ipnosi regressiva, vi sono alcuni elementi che ricorrono spessissimo, conseguenze di una legge che è meglio nota nella sua definizione induista, la legge del Karma, e che rimane parte di un disegno ancora più grande che noi umani, nella nostra singolarità di individui, non siamo in grado di comprendere del tutto.
Dunque il sentiero tra le vite, che le anime decidono di percorrere una incarnazione dopo l’altra, a volte vede l’apparire di caratteristiche simili, le quali ci fanno compiere delle scelte altrettanto simili a quelle compiute precedentemente, cioè con le nostre passate identità. Ad esempio, un pittore che, una volta tornato a vivere in questa vita, sceglie di fare ancora il pittore; Un marinaio che si reincarna in un uomo che oggi ama le barche e ha l’hobby di uscire per mare; Un uomo che nella sua vita precedente è stato un politico con grandi responsabilità, e che in questa incarnazione continua a fare carriera politica portando avanti progetti di sviluppo così simili alle idee del suo passato animico.
Sono esempi di come ogni identità che abbiamo indossato nella vita precedente, lasci anche nella vita successiva una impronta di se stessa, affinché l’individuo possa portare a termine ciò che ha lasciato a metà, e che nel sentiero dell’evoluzione spirituale andava ultimato per forza.
Ogni esperienza va portata a compimento al pari di una missione di vitale importanza e, quando questo non accade, allora dobbiamo tornare nel mondo terreno, reincarnandoci in condizioni più o meno simili alle precedenti, per avere così l’occasione di completare tale esperienza, traendone l’essenza del suo insegnamento.
Succede spesso che qualcuno debba assumersi delle responsabilità che vanno oltre il proprio percorso individuale, facendosi cioè carico di una evoluzione collettiva. Quell’anima, poiché è in grado di farlo, diventa una guida per una collettività, una comunità grande o piccola che sia. Per fare ciò è necessario innanzitutto che questi individui abbiano maggiori responsabilità anche sul piano fisico, e dunque che siano dei leader riconosciuti nel proprio campo esperienziale, come l’arte, la politica, la religione, la scienza, e così via. In questo modo il loro messaggio ha una più grande risonanza nel mondo e può essere utile a molte più anime.
Parecchi protagonisti della scena internazionale per esempio, oltre ad essere consapevoli della reincarnazione ovviamente, sono anche coscienti di aver già vissuto come uomini e donne che hanno rivestito ruoli che, anche nel passato, avevano una certa responsabilità.
Dalle loro stesse testimonianze, ma anche con l’aiuto di studi medianici, teosofici e di profonda ricerca spirituale (elementi che il relativismo occidentale ha purtroppo accantonato, lasciandosi travolgere dalla scienza e dal materialismo, con le sue “prove” e le sue “categorizzazioni”) è stato possibile scoprire alcuni di questi legami tra identità diverse che appartengono alla stessa anima.
L’attrice americana Shirley Maclaine molti anni fa ha scoperto che, in una sua incarnazione precedente, era stata una cortigiana di Carlo Magno, riconoscendo nell’imperatore dell’impero Carolingio la persona di Olof Palme, ex Primo Ministro svedese, del quale, guarda caso, lei era stata per lungo tempo l’amante anche nell’attuale vita.
Uno tra i più brillanti statisti del secondo dopoguerra, Robert Schuman, considerato a ragione il padre fondatore della Comunità Europea, in una delle sue vite precedenti a quanto pare sarebbe stato Gaio Giulio Cesare. In effetti è facile notare l’antico desiderio di riunire i territori europei sotto un’unica egida, priva dell’imperialismo di Roma, e organizzata in una federazione democratica. Anche nella sua vita privata alcune caratteristiche, come la lunga carriera politica partita dalle fila più basse, il suo acume storico e molto altro ancora, sembrano coincidere con i caratteri della sua precedente esistenza.
Il musicista e direttore d’orchestra italo americano Henry Mancini, nome d’arte di Enrico Nicola Mancini, autore di alcune tra le più belle e più famose colonne sonore hollywoodiane del secolo scorso, tra le quali spicca ad esempio “Moon River”, essendo un convinto reincarnazionista negli anni Settanta si sottopose ad alcune sedute di ipnosi regressiva scoprendo, senza neanche troppo stupore da parte sua, che in una vita passata era stato Giuseppe Verdi. In quella occasione raccontò di episodi della vita privata del grande compositore italiano che nessuno poteva ancora conoscere, poiché non erano mai stati citati in alcuna delle sue biografie pubbliche.
Alcuni studiosi di esoterismo, tra i quali Franz Hartman, affermano che il noto poeta inglese Robert Browning, sia stato in una esistenza passata nientemeno che Francesco d’Assisi, venerato come santo dalla Chiesa cattolica di Roma. Fermo restando che lo stesso Browning era cosciente della teoria della reincarnazione e ne aveva compreso fin da ragazzo l’esistenza, non fece mai cenno ad un simile legame, forse anche per non incorrere nelle feroci critiche che avrebbe ricevuto dalla società vittoriana nella quale viveva. Negli anni giovanili però sentì un forte legame con l’Italia, nella quale tra l’altro si trasferirà e passerà gran parte della sua vita (per essere precisi in Toscana), e andrebbe notata a tal proposito anche la sua padronanza della lingua italiana fin dall’età di quattordici anni. Lo scrittore inglese Gilbert Chesterton, che curò le biografie di grandi personaggi come Robert Browning e Francesco d’Assisi per l’appunto, notò persino un legame per così dire “stilistico” tra i versi dei due personaggi, dove le descrizioni poetiche della Natura e delle sue creature sembrerebbero frutto di una sensibilità molto simile tra i due.
Questi sono solo alcuni esempi di personaggi che hanno avuto l’onere, in più di una vita, di portare il peso di responsabilità sociali e culturali, dando a se stessi nel contempo una seconda possibilità di rimediare agli errori commessi in precedenza continuando a percorrere il lungo, eterno ed infinito sentiero dell’esistenza.
Antonino Polizzi
(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 9 di settembre 2015)