Come scoprire il proprio animale Totem

L’interesse per il simbolismo della Natura negli ultimi anni ha trovato un numero sempre maggiore di adepti, sia nell’ambito della letteratura di genere, sia nei ritrovati studi sulle pratiche divinatorie tribali, come lo sciamanesimo, allo scopo di trovare una connessione tra uomo e natura stessa. Da qualche tempo perciò è cresciuta la curiosità verso i simboli primitivi, e in particolar modo verso il significato dei Totem e degli animali che essi rappresentano come espressione di una saggezza antica.

Nelle culture primitive gli animali hanno sempre rappresentato, simbolicamente, le emozioni e i meccanismi della personalità umana nella sua complessità. A volte l’uomo ha cercato in essi un esempio funzionale alle necessità della sua sopravvivenza: forza, velocità e tutte le caratteristiche che potevano sopperire alla fragilità dell’essere umano primitivo, unica creatura del pianeta a non possedere zanne o artigli con i quali difendersi o pellicce naturali con le quali proteggersi dalle intemperie. Altre volte l’animale era per l’uomo un esempio di astuzia e istinto che lo avrebbero aiutato a compiere le scelte migliori per restare vivo. Tale simbologia veniva espressa in molte culture attraverso l’arte primitiva, dai graffiti sulle pareti di una caverna fino alle rappresentazioni scultoree sulla pietra o sul legno. In certe culture, in particolare tra gli Indiani d’America, essi prendevano forma con il Totem, parola algonchina che significa “parentela”, ovvero il legame sacro tra l’uomo e l’animale guida. Esistevano Totem tribali ma anche personali, grazie ai quali il giovane indiano incontrava il proprio spirito guida animale, che avrebbe caratterizzato anche il proprio stesso nome, pensiamo a Toro seduto, Cavallo Pazzo, Falco Nero, Piccolo Lupo e molti altri ancora.

Oggi nella modernità in cui viviamo, che nel frattempo ha visto lo sviluppo della scienza psicoanalitica, insieme agli approfondimenti della filogenetica e agli studi sul comportamento animale, sappiamo che questa componente simbolica primitiva non è poi così inverosimile né tantomeno sorpassata. Essa rappresenterebbe infatti degli aspetti umani inconsci sempre vivi. In altre parole, le corrispondenze tra alcuni animali e i caratteri della nostra personalità, secondo un meccanismo interiore molto profondo, non solo coinciderebbero perfettamente ma spesso noi siamo anche consapevoli di questo legame, al punto di sentirci attratti da certe specie piuttosto che da altre, dando vita così al nostro Totem del tutto personale.

Ci sono persone che possiedono degli istinti e delle emozioni molto simili a quelle di certi animali, ai quali a volte questi individui sembrano addirittura somigliare fisicamente, ad esempio nel loro modo di camminare, nelle posture, nel tono della loro voce e così via.

Tuttavia, qui vale una precisazione: non dobbiamo confondere infatti il simbolismo animale dell’animo umano con alcuni tratti che i nostri animali domestici assumono dai loro padroni.

Vi sarà capitato molte volte di notare le somiglianze tra cani e padroni per esempio, la letteratura e il cinema a proposito di questo ci hanno regalato una miriade di ironiche e sorprendenti immagini, ma in questo caso si tratta di adattamento dell’animale all’uomo. L’animale che teniamo in casa cioè tende ad imitare il proprio padrone, in una sorta di scambio comportamentale simbiotico.

Invece, l’animale totemico è tutt’altra cosa. In effetti non si può certo parlare di imitazione da parte di animali più “selvaggi” come il serpente, la tigre, l’orso o il lupo, non proprio domestici insomma. Le analogie in questi casi si fanno ben più complesse, intrise di legami atavici nei quali entrambi, uomo e animale, si riconoscono come espressioni di caratteri comuni.

La storia primitiva dell’uomo, di cui restano ampie testimonianze presso le culture tribali ancora vive, passando poi per le civiltà antiche come quella Egiziana, la Greco-Romana, la Celtica e più a Oriente quella Cinese e quella Indù, ha costruito una tradizione, una mitologia e una vera e propria cosmogonia attorno al mondo animale, che fornisce una spiegazione alla nascita dell’universo, dell’umanità, e delle leggi che la governano. La scienza moderna quindi non ha fatto altro che dare la giusta interpretazione a questi miti, scoprendone principalmente i contorni psicologici.

In questo modo si è giunti a comprendere meglio che dietro la simbologia degli animali vi era una precisa scelta sia collettiva, compiuta cioè da una tribù o un intero popolo, e sia individuale dove l’uomo riconosceva se stesso come parte della natura, accettandola dentro di sé.

L’animale simbolico diventava quasi un guardiano dell’anima, una sorta di custode dell’intimo pensiero, il quale viveva accanto all’uomo che lo aveva scelto. Per questa ragione era fondamentale scoprire quale fosse il proprio animale totem, per avere da subito accanto a sé un compagno invisibile, una specie di daimon consigliere e protettore.

Uno dei rituali sacri compiuti dalla maggior parte dei nativi nordamericani, aiutati da litanie ipnotiche ed effluvi di erbe magiche, consisteva nell’immaginarsi dentro ad una grotta, accompagnati dallo spirito di un parente o di una guida anziana, che li avrebbe condotti in un paesaggio interiore uguale alla natura nella quale essi vivevano, come una prateria o un bosco ad esempio. In questo paesaggio avrebbero potuto guardare tutti gli animali presenti fino ad individuarne uno in particolare, attratti dal suo aspetto, dalla sua fiducia nell’avvicinarsi e nel lasciarsi toccare. Quello sarebbe stato l’animale Totem per la vita.

Riconoscersi in un animale totem significava anche scoprire gli aspetti più nascosti del proprio Sé.

Proviamo perciò ad elencare alcune tra le principali caratteristiche degli animali più diffusi nella cultura totemica tribale:

Aquila – Autoritaria, nobile e saggia, invita gli uomini a guardare le cose da una prospettiva più alta. Presso gli indiani d’America solo i capi indossavano penne d’aquila tra i capelli, mentre i Persiani credevano che essa scendesse dal cielo per trasmettere forza e potere ai grandi guerrieri.

Cane – Simbolo della fedeltà per eccellenza, rappresenta anche il fido compagno nella caccia o nella pastorizia, ma anche il guardiano della dimora. Nella tradizione Greco-Romana era il guardiano dell’Ade, e presso i Celti accompagnava gli uomini nell’aldilà.

Cavallo – Simbolo di libertà presso la cultura nomade in Asia e in Nord America, le civiltà sedentarie lo hanno trasformato in un indispensabile compagno di lavoro, motore della produttività umana. A cavallo si può essere predoni nomadi, oppure cavalieri nobili, perciò questo animale rappresenta anche l’ambiguità di chi vorrebbe iniziare qualcosa di stabile ma poi desidera fuggire via correndo come il vento.

Falco – E’ la preveggenza, la capacità di guardare attraverso i suoi occhi in grado di scorgere così lontano, oltre il presente. Ma anche la precisione, il mirare a degli obiettivi ben precisi lanciandosi in picchiata su di essi proprio come il falco caccia le sue prede. Per i Cherokee egli era il creatore della terra, delle montagne e delle valli, che aveva modellato con i suoi colpi d’ali. Per i Greci le direzioni che prendeva durante il suo volo potevano essere di buona sorte, se virava verso destra, o di cattivi presagi, se virava a sinistra.

Gatto – Simboleggia da sempre l’individualismo e la libertà assoluta da ogni regola e condizionamento. Non cerca di compiacere nessuno se non se stesso e non ammette padroni o capi branco. In molte tradizioni antiche come quella celtica o quella induista è simbolo di fertilità e di unione tra femminile e maschile, tra sole e luna.

Lupo – E’ l’animale totemico più diffuso e più rispettato nelle tradizione antiche. Popoli distanti geograficamente e culturalmente vedevano nel lupo lo stesso medesimo simbolo di relazione paritaria e duratura, e anche di gruppo collaborativo. Sul lupo decine di popoli antichi hanno improntato la propria storia sociale, la propria struttura tribale, venerandolo, usandolo come simbolo di forza e unione nella battaglia ma anche nella vita quotidiana.

Questi sono solo alcuni esempi che danno un’idea semplificata delle caratteristiche e dei significati dell’animale Totem che scegliamo e dal quale siamo scelti a nostra volta. Ma esiste anche un modo più semplice per capire quale sia l’animale Totem dal quale ci sentiamo rappresentati.

La psicologia ha compreso infatti che vi è un esercizio, frutto di un meccanismo inconscio e quindi anche più semplice, che sembra essere molto utile ad individuare il proprio animale totemico, e che per quanto privo di ritualismo magico-religioso appare essere anche il più comprensibile per la mente umana moderna:

Dopo una fase di rilassamento meditativo di qualche minuto, per meglio entrare in sintonia con voi stessi, pensate ad un animale che vi ispira simpatia, che vi piace, con il quale insomma potreste persino riconoscervi in certi aspetti. Ora, pensate a tre caratteristiche che apprezzate di questo animale, quelle che secondo voi lo descrivono meglio nella sua essenza positiva. Dopo, fate lo stesso con tre caratteri che invece considerate negativi, i suoi tre peggiori difetti. Non dimenticate di prendere carta e penna e appuntarvi questi tre aggettivi per parte. Quando avrete finito, non solo avete scoperto quale è il vostro animale totemico, ma soprattutto quali sono i punti di forza e di debolezza che attraverso lui vedete in voi stessi, nella vostra personalità. I suoi aspetti positivi sono il riflesso dei vostri, mentre quelli negativi sono il riflesso delle vostre paure e delle vostre debolezze.

Conoscere l’animale Totem è anche conoscere se stessi, le proprie aspettative, i desideri, le speranze, ma anche le paure e le incertezze. Ma soprattutto è comunicare con una parte del proprio inconscio, magari più saggio della nostra parte cosciente, e che per questa ragione è in grado di guidarci nei momenti di maggiore indecisione dove l’istinto superiore è consigliere migliore della pura razionalità.

Antonino Polizzi

(Articolo tratto dal mensile “Lo Scaffale” – N. 4 di aprile 2014)

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